Vanessa Foscoli
(Assegnista di ricerca – DADR Università per Stranieri di Siena)
Gli avvenimenti dell’anno appena trascorso hanno contribuito alla riscrittura di modi e tempi della digitalizzazione, rivelando in modo dirompente e inequivocabile la necessità di conoscere e sperimentare nuovi strumenti e nuove pratiche didattiche. Molti professionisti nel campo della formazione si sono trovati investiti da un treno in corsa e catapultati nel mondo del digitale, in particolare della didattica online, cosiddetta “a distanza” (DaD). Non tutti erano preparati a questo cambiamento. Ecco allora che siti web, blog, canali YouTube ecc. si sono popolati di contenuti multimediali, per lo più in libera consultazione. Si tratta di scambi di buone pratiche, consigli e suggerimenti per la scelta di piattaforme didattiche, classi virtuali, strumenti di videoconferenza, webinar o semplici video tutorial per aiutare docenti e studenti a familiarizzare con le nuove tecnologie.
In generale questa crisi è una grande opportunità perché può comportare una sostanziale crescita del tasso di digitalizzazione, cambiando per sempre il nostro modo di insegnare e studiare le lingue. Così credo che questo sia il momento giusto per condividere il nostro sapere e le nostre esperienze, affinché questa ‘rivoluzione digitale’ sia efficace e consapevole.
Che cos’è un contenuto interattivo?
Con questa espressione si denotano, sostanzialmente, dei learning object – o delle OER (Open Educational Resources) – di più recente generazione. Si parla di contenuto interattivo quando l’utente è parte attiva nel processo educativo e non si limita a leggere, a guardare o ascoltare passivamente un’immagine, un video o qualsiasi altro tipo di testo. Un contenuto didattico di questo tipo cattura l’attenzione dell’utente, lo coinvolge direttamente in esperienze di qualità e lo incoraggia ad agire, lo mette in gioco. Le azioni possono essere semplici, come fare clic su un’immagine per saperne di più su un argomento, o avanzate, come rispondere a una serie di domande, fare scelte, esplorare scenari. Trasformare i contenuti digitali da statici a esperienziali mette gli utenti al posto di guida, poiché dà loro modo di testare concretamente l’utilità e il valore unico di ogni interazione.
Nel campo della didattica delle lingue straniere, il termine “interazione” è spesso usato in relazione a un concetto di apprendimento attivo, intenzionale e collaborativo. L’idea è che gli studenti imparino meglio quando sono chiamati a partecipare in prima persona al processo. In altre parole, è sempre meglio far fare agli studenti piuttosto che lasciarli guardare: farli comunicare, riflettere, creare o mettere in pratica le loro abilità e competenze.
Quali sono i vantaggi?
Nell’ambito della didattica online, i contenuti interattivi facilitano l’apprendimento attivo ed esperienziale, promuovono l’individualizzazione, ovvero il rispetto degli stili e dei ritmi personali di apprendimento, attraverso la varietà e la flessibilità delle proposte, e forniscono agli studenti un modello operativo per renderli autonomi. Un contenuto interattivo mantiene alto il livello di concentrazione, presentando l’oggetto di studio in modo più intuitivo e interessante, e la motivazione aumenta perché l’apprendente, costruttore attivo del proprio sapere, esplora, scopre, crea un proprio percorso e soddisfa la propria curiosità. C’è una grande quantità di ricerca in corso in questo settore, ma possiamo affermare che l’utilizzo di contenuti e tecniche di apprendimento interattivo attua un approccio centrato sul discente e, in definitiva, realizza un apprendimento nel complesso più coinvolgente, efficiente e produttivo.
Un esempio di strumento interattivo
Il panorama degli strumenti con i quali creare contenuti interattivi è oggi assai vario e composito. Il mainstream è ormai costituito da strumenti software fruibili come servizio di rete, cioè online (Software as a Service, SaaS).
In questa occasione ci concentreremo su H5P, uno strumento probabilmente più complesso di altri, che dispone di una suite che non soltanto esaurisce la fattispecie dei prodotti didattici da progettare ma, soprattutto, che garantisce la possibilità di avere un tracciamento delle attività svolte dagli utenti. Più in particolare, H5P è uno strumento per la creazione di materiali didattici multimediali.
Gli oltre 40 “tipi di contenuto” che esso permette di creare sono i contenuti interattivi di cui ci stiamo occupando. I principali contenuti sono presentazioni, video interattivi, grafici, flashcards, timeline, collage, giochi di memoria, quiz, attività a scelta multipla e molto altro ancora. H5P è l’acronimo di HTML 5 Package: ciò significa che il contenuto può essere condiviso e riutilizzato, anche mediante incorporazione (embedding), non solo all’interno di piattaforme didattiche (Learning Management Systems, LMS), come Moodle, bensì in siti e blog di insegnanti. Infatti, l’obiettivo è consentire a tutti di creare risorse educative aperte, condivise con la comunità di utenti, affinché siano riutilizzabili. Significativamente, il motto di H5P, una tecnologia completamente gratuita, aperta (accessibile a tutti) e che non necessita di installazione, è “Create, Share and Reuse”.
H5P è agile e veloce, e le sue potenzialità possono essere sfruttate da chiunque possieda una qualche competenza digitale. La sua interfaccia grafica è user-friendly e rende la navigazione intuitiva, permettendo agli utenti di trovare facilmente le informazioni che stanno cercando. Lo strumento è dinamico e continuamente aggiornato, perché supportato da una community molto attiva e produttiva. I contenuti sono ottimizzati per i dispositivi mobili, quindi gli utenti lo possono sperimentare su computer, smartphone e tablet.
H5P Branching Scenario (o Scenario ramificato): che cos’è?
Branching Scenario è probabilmente lo strumento più ampio e potente che offre H5P perché può contenere i principali contenuti interattivi. Attraverso la mappa dello scenario si possono inserire sei diversi contenuti, tre semplici e tre complessi. Tra i contenuti semplici rientrano il testo scritto, l’immagine e il video. Sono invece contenuti complessi Image Hotspot (immagine con punti cliccabili che rivelano testi, immagini e video con informazioni aggiuntive), Interactive Video (video arricchito da domande interattive che testano la comprensione dei contenuti durante la riproduzione) e Course Presentation (uno slider interattivo: una sequenza di diapositive che integrano testi, immagini, quiz e video interattivi).
Grazie alla sua natura ramificata, Branching Scenario si presta ad una vasta gamma di attività e a diverse modalità di presentazione dei contenuti, in modo da andare incontro alle necessità di differenti ritmi e stili di apprendimento. Uno scenario ramificato rende l’interazione coinvolgente e imprevedibile: lo studente sceglie in autonomia il percorso in base alle proprie capacità e conoscenze precedenti. L’alto grado di interattività e coinvolgimento, non solo limita l’effetto passivizzante nella fruizione dei contenuti, ma permette agli studenti di avere il controllo sul proprio processo di apprendimento e di vivere un’esperienza individuale e personalizzata (qui un esempio di applicazione con Login come ospite).
Tante sono le risorse e gli strumenti didattici in rete, tanti gli ambiti di applicazione e diversi i livelli di competenza digitale di docenti e formatori che si approcciano alla didattica online. Contestualmente all’adozione di nuove modalità di erogazione didattica, non solo a causa dell’emergenza sanitaria, è fondamentale ricorrere a nuove metodologie oltre a riadattare quelle già utilizzate in presenza. La didattica online ha tempi e regole diverse da quelle della didattica tradizionale: oltre alle necessarie conoscenze specifiche, il docente deve agire in modo creativo per stimolare l’interesse del proprio pubblico. I contenuti multimediali di cui abbiamo parlato possono essere la scelta giusta per garantire un apprendimento interattivo, coinvolgente e in completa autonomia.
Per approfondire
Fallani, Gerardo. 2018. Il Web come piattaforma. L’e-learning oltre i recinti tecnologici, InSegno. Italiano L2 in classe 5(1-2). 20-26.
Fratter, Ivana & Elisabetta Jafrancesco (a cura di). 2014. Guida alla formazione del docente di lingue all’uso delle TIC. Le lingue straniere e l’italiano L2. Roma: Aracne.
La Grassa, Matteo & Donatella Troncarelli (a cura di). 2016. Orientarsi in rete. Tecnologie educative didattica delle lingue. Siena: Becarelli.
Sito ufficiale H5P: https://h5p.org/ (ultimo accesso 2021-01-20.)
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