Silvia Demartini
Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana
Chiunque stia leggendo questo contributo ha sicuramente avuto a che fare con la grammatica, in un modo o in un altro. Probabilmente avrà ricordi scolastici (inerenti a esercizi? Libri? Spiegazioni? Voti?), legati a qualsiasi ordine di scolarità, oppure penserà a come l’ha insegnata o la insegna, alle scelte fatte, alle ragioni disciplinari e didattiche che si è data o dato come docente; perché la grammatica, malgrado critiche e attacchi, è stata ed è, dall’antichità greco-latina a oggi, un elemento cardine dei percorsi scolastici, con la peculiarità di designare ‒ lo ha sottolineato Serianni (2006) ‒ tramite una sola parola l’oggetto del sapere e il libro di testo che lo compendia. Ma non solo: grammatica può anche indicare il modello di riferimento usato per descrivere il funzionamento della lingua, e persino la conoscenza interiore che ciascun parlante sviluppa spontaneamente e implicitamente della sua lingua materna. Eppure molto spesso la scuola ne ha veicolato una versione riduttiva: quella di insieme di norme da imparare e da rispettare. Vediamo ora di capire meglio come si può affrontare la questione in modo più profondo e rispettoso dell’intelligenza di allieve e allievi.
La grammatica del parlante, la grammatica della lingua
Noi siamo animali grammaticali, che si esprimono attraverso una lingua prima molto complessa, il cui funzionamento si attiva spontaneamente (a livello orale) per esposizione a stimoli sociali e ambientali: le regole basilari della nostra lingua materna, infatti, “crescono” in noi grazie alla nostra predisposizione, portandoci dai primi suoni vegetativi alla composizione di semplici enunciati in un tempo record, e senza nessuno che ci insegni esplicitamente come fare.
Per capire meglio, richiamiamo una distinzione fondamentale: quella fra grammatica implicita (o irriflessa o vissuta) e grammatica esplicita (o riflessa). La grammatica implicita è il sapere tacito che il parlante possiede, mentre quella esplicita è il sistema di norme ricavate da esperte ed esperti osservando il sistema-lingua. La grammatica implicita serve certamente per esprimerci, ma non è sufficiente per farci competenti in materia di riflessione sulla lingua: e qui entra in gioco l’azione didattica, che deve innestarsi sulla naturale propensione di bambine e bambini a ragionare sulla lingua sin da molto presto, passando, in un crescendo di consapevolezza, dalla lingua interna alla lingua esterna, come ha spiegato Annette Karmiloff-Smith. Non a caso, anche le Indicazioni Nazionali parlano di riflessione sulla lingua, a voler rimarcare un’azione cognitiva profonda, che porta, per gradi, a scoprire, raffinare ed esplicitare la grammatica.
La scuola e la grammatica: studiare o scoprire? Questo è (forse) il dilemma
Malgrado spesso l’editoria scolastica mantenga prassi tradizionali in materia di grammatica, si può provare a cambiare strada, scollandosi da un approccio deduttivo (che procede dalle spiegazioni e dalle regole all’esercizio) per accoglierne uno induttivo (di scoperta delle regolarità nella realtà linguistica, per poi sistemarle e istituzionalizzarle). Indubbiamente la seconda via può risultare più faticosa, ma un buon bagaglio teorico, scelte didattiche coerenti e opportuni materiali di supporto possono aiutare chi insegna, offrendo a studenti e studentesse di tutte le età l’occasione di fare della riflessione sulla lingua una palestra di intuizione e di ragionamento.
Dal bosco arriva Sgrammit
Una proposta editoriale recente per la scuola primaria, che si propone di ribaltare concretamente la visione didattica più tradizionale, è Sgrammit, Scoprire la grammatica dell’italiano (www.sgrammit.ch: qui, oltre alla descrizione dell’opera, sono liberamente scaricabili le Guide per l’insegnante e alcune attività). Nato nel 2019 e in conclusione nel 2025, Sgrammit è un progetto del Centro competenze didattica dell’italiano lingua di scolarizzazione del Dipartimento formazione e apprendimento / Alta scuola pedagogica della SUPSI, condotto e coordinato da Silvia Demartini e Simone Fornara, in sinergia con la Salvioni Edizioni di Bellinzona. Esso realizza un ideale sostenuto da più parti, ma difficilmente raggiunto: quello dell’incontro reale fra ricerca e formazione; infatti vede coinvolti nella realizzazione sia una linguista e un linguista attivi nel campo della didattica della lingua, sia insegnanti che operano nelle scuole del Canton Ticino, grazie ai quali è stata possibile non solo l’ideazione, ma anche la sperimentazione in classe dei materiali didattici. Insomma, è un esempio efficace di collaborazione tra università, scuola, editoria.
Scoprire la grammatica
L’opera Sgrammit (nome dello scoiattolo protagonista dei fascicoli) si articola in sei uscite di colore diverso (ciascuna composta da Quaderno 1, Quaderno 2 e Guida per l’insegnante), incentrate ciascuna su un ampio ambito grammaticale: quaderni rossi per la punteggiatura, verdi per il testo narrativo e il testo descrittivo, blu per l’ortografia, arancioni per il testo espositivo e il testo argomentativo, viola per la grammatica e il metalinguaggio, gialli per il testo regolativo e il testo funzionale. Come si può notare, in tre casi il focus è su risorse di base (punteggiatura, ortografia, grammatica secondo l’approccio valenziale), mentre in altri tre si parte da diversi tipi testuali per scoprire le risorse linguistiche che li caratterizzano (ad esempio, si scopre la funzione dei connettivi temporali e causali all’interno dei testi narrativi, cioè non in astratto ma nella dinamica dei testi). In realtà, la centralità del testo è una costante dell’intera opera, come lo è l’attivazione dell’allieva/o, che è stimolato attraverso varie consegne e accompagnato da simpatici personaggi-guida, disegnati (come tutte le immagini) dall’illustratrice Simona Meisser.
I temi toccati spesso ritornano in un crescendo di complessità nei quaderni 1 e 2, senza ripetersi uguali a sé stessi, ma portando allieve e allievi a osservare un fenomeno a partire dagli aspetti di base e standard per toccare poi alcuni di quelli più difficili o particolari.
L’intento è quello di basare la riflessione sulla lingua su un approccio induttivo, che promuove la scoperta delle regolarità a partire dal contatto con esempi mirati e con testi da osservare, manipolare, analizzare tramite consegne stimolanti e ludiche, da affrontare da soli, a coppie o in gruppo; e questo non una volta sola, ma attraverso varie attività di consolidamento, che portino a rafforzare la scoperta. Dopo di che, si passa alla sistemazione di quanto scoperto, cioè alla formulazione della “regola” o della caratteristica individuata (da parte di allieve e allievi con l’insegnante). I quaderni Sgrammit non sono, infatti, completi a priori, ma a posteriori; non sono, cioè, manuali da studiare, ma testi da completare in modo dinamico.
Concludiamo con un paio di esempi
Ora immaginiamo di tornare all’inizio della scuola primaria e di dover affrontare due questioni, una ortografica (le doppie) e una legata al funzionamento profondo della lingua (il funzionamento della sintassi in prospettiva valenziale), e immaginiamoci di farlo secondo lo spirito di Sgrammit.
Guardando le immagini seguenti (tratte dal Quaderno 1 blu), proviamo dapprima (Fig. 1) a capire che cosa succede, cioè qual è la “magia” che avviene. Attenzione: è fondamentale scegliere bene le parole di partenza perché l’incantesimo funzioni (ma niente paura: alla fine dell’articolo, in caso di dubbi, si trovano le risposte!).
Figura 1. La magia delle doppie lettere.
L’elemento linguistico in gioco è il contrasto fra scempie e doppie. Ora proviamo ad attivarci completando a nostra volta una trasformazione (Fig. 2).
Figura 2. Facciamo la magia.
Dopo altre attività di questo tipo, è il momento di rispondere a domande come “Riuscite a spiegare quale trasformazione avviene nella scatola magica?”; si arriva così a enucleare l’informazione grammaticale.
Proviamo ora a cimentarci in quest’attività, tratta dal Quaderno 1 viola: drammatizziamo (o disegniamo) le frasi seguenti (Fig. 3), poi riproviamoci dopo aver coperto un cartellino alla volta (tutti, sia quelli bianchi sia quelli gialli).
Figura 3. Frasi da mimare: coprendo un cartellino alla volta che cosa succede?
Com’è andata? Coprendo un cartellino le frasi sono ancora state messe in scena facilmente? È andata allo stesso modo con tutti i cartellini? Si inizia, così, a riflettere sulle diverse componenti, intuendo la centralità del verbo, ma anche gli elementi necessari per completarne la struttura (da zero a quattro, a seconda del verbo), così che la scena sia pienamente rappresentabile.
Immaginiamo, poi, di incontrare un alieno (It-alieno) che, sulla sua visiera, visualizza le frasi in un modo strano, e di voler capire come funziona. Il modo è questo (Fig. 4), tratto da un’attività del Quaderno 2 viola:
Figura 4. La visualizzazione valenziale di It-alieno… tutta da scoprire.
Non stiamo certamente vedendo le frasi in forma lineare come solitamente le leggiamo. La consegna, al riguardo, è questa: “Sgrammit nota che queste rappresentazioni sono tutte diverse, anche se hanno qualcosa in comune. Osservale anche tu: che cosa noti? Ti ricordano qualcosa che hai scoperto in altre attività? Discutine con le tue compagne e i tuoi compagni, poi annota qui sotto le considerazioni più importanti”. L’importante, in quest’occasione, è richiamare le scoperte pregresse e discutere in gruppo per cercare di concettualizzare l’apprendimento in un crescendo di profondità, per arrivare a scoprire le valenze verbali, cioè gli elementi di cui i verbi hanno bisogno (i loro argomenti).
Questi sono solo brevissimi esempi tratti da percorsi molto articolati e da affrontare con lentezza, che, però, vorrebbero dare un’idea di che cosa intende promuovere l’opera: avere chiari gli aspetti teorici di base da parte dell’insegnante; partire dagli aspetti essenziali per mettere a fuoco un fenomeno o una caratteristica; attivare la riflessione tramite consegne variate e discussioni; non dimenticare le fasi di scoperta-allenamento-consolidamento-istituzionalizzazione di una regola; prevedere l’apprendimento della terminologia di pari passo con l’acquisizione concettuale.
Se quest’opera vi ha incuriosito, dal sito www.sgrammit.ch potete scaricare liberamente alcune attività non presenti nei fascicoli e le Guide per l’insegnante, fondamentali sia per consolidare la teoria sia per proporre efficacemente i percorsi didattici.
Per approfondire
Cignetti, Luca, Silvia Demartini, Simone Fornara & Matteo Viale. 2022. Didattica dell’italiano come lingua prima. Bologna: Il Mulino.
Demartini, Silvia & Simone Fornara (a cura di) (2019-2025), Sgrammit, Scoprire la grammatica dell’italiano. Bellinzona: Salvioni (www.sgrammit.ch).
Colombo, Adriano & Giorgio Graffi. 2017. Capire la grammatica. Il contributo della linguistica. Roma: Carocci.
Corno, Dario. 2000. Didattica dell’italiano: insegnare la grammatica, in D. Bertocchi et al., Insegnare italiano. Un curricolo di educazione linguistica. Firenze: La Nuova Italia: 174-231.
De Mauro, Tullio. 2009. A che cosa serve la grammatica? in G. Fiorentino (a cura di), Perché la grammatica? La didattica dell’italiano tra scuola e università. Roma: Carocci: 12-22.
De Santis, Cristiana. 2016. Che cos’è la grammatica valenziale. Roma: Carocci.
Karmiloff-Smith, Annette. 1986. From Meta-processes to Conscious Access: Evidence from Children’s Metalinguistic and Repair Data. Cognition, 23, 2: 95-147.
Lo Duca, G. Maria. 2011. Esperimenti grammaticali. Riflessioni e proposte sull’insegnamento della grammatica dell’italiano. Roma: Carocci.
Lo Duca, G. Maria. 2018. Viaggio nella grammatica. Esplorazioni e percorsi per i bambini della scuola primaria. Roma: Carocci.
Serianni, Luca. 2006. Prima lezione di grammatica. Roma-Bari: Laterza.
Risposte
Figura 1: pala → palla, casa → cassa; Figura 2: tori → torri.
Figura 3: coprendo uno o più cartellini vengono a mancare uno o più elementi essenziali alla frase nucleare: la struttura sintattica non è completa e la rappresentazione è lacunosa.
Figura 4: qui si possono osservare una configurazione zerovalente (piovere), una monovalente (russare) e una trivalente (portare).
0 Commenti
Lascia un commento