La linguistica in sé raramente finisce sotto le luci della ribalta, ma il suo oggetto di studio – la lingua – si ritrova spesso al centro di episodi di cronaca e attualità che vengono puntualmente ripresi dai mezzi di informazione.
Che si parli di lingua è certamente un bene, ma non sempre il tipo di informazione che si dà rispecchia la prospettiva – conoscitiva e non prescrittiva! – della linguistica. Piuttosto, quella che prevale è una visione normativa e ‘grammaticocentrica’ (cosa è ‘giusto’, cosa è ‘sbagliato’), che peraltro caratterizza ancora fortemente l’insegnamento linguistico nella scuola. Basti pensare alle discussioni sulla lingua italiana e il suo presunto degrado, al fastidio espresso nei confronti dei numerosi prestiti dall’inglese o del ‘linguaggio dei giovani’.
In questa sotto-rubrica offriremo un punto di vista diverso su queste tematiche, che ciclicamente vengono riproposte sulla pubblicistica generalista, ma anche su altri temi di attualità e di cronaca che possono trovare nella linguistica un alleato prezioso per l’interpretazione della realtà. Pensiamo ad esempio all’uso della lingua nel dibattito pubblico, nella comunicazione istituzionale, nella pubblicità ecc. Senza contare che i metodi della linguistica possono aiutare a risolvere ‘misteri’, tramite per esempio l’attribuzione di testi a determinati ‘autori’, come nel noto caso Unabomber.