Che vita fa un linguista? Se state pensando a una vita da ‘topo di biblioteca’, avete un’idea sbagliata. Non che i linguisti non passino tempo in biblioteca, molti senz’altro lo fanno. Ma il linguista ‘risiede’ in molti altri luoghi, reali o virtuali.
Ci sono i linguisti che lavorano presso aziende private – pensiamo ad esempio alle grandi aziende tecnologiche o alle case editrici che si occupano di lessicografia – e ci sono i linguisti studiosi, che lavorano presso università e centri di ricerca. Tra questi ultimi, c’è chi si occupa delle grandi questioni teoriche e chi si dedica a studi più applicativi; chi ha bisogno, per portare avanti la propria ricerca, di libri o epigrafi e chi di laboratori attrezzati. C’è chi fa ricerca ‘da casa’, utilizzando i tanti strumenti che oggi abbiamo a disposizione (si veda la sotto-rubrica Strumenti), e c’è chi fa ricerca ‘sul campo’, immergendosi nella comunità dei parlanti. Un compito tutto sommato facile (ma non banale!) se vivete in Italia e lavorate sull’italiano o su una varietà italo-romanza. Meno facile se il vostro oggetto di studio è la lingua anindilyakwa, parlata nel nord dell’Australia: a quel punto, con ogni probabilità, dovrete passare qualche settimana o mese in piccoli villaggi sperduti a caccia di dati…