Virginia Volterra
Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISTC, CNR)
Il 6 aprile 2022, nella Gazzetta Ufficiale (n.81) è stato pubblicato il decreto ministeriale “Disposizioni in materia di professioni di interprete in lingua dei segni italiana e lingua dei segni italiana tattile” in attuazione della normativa sul riconoscimento della LIS (art. 34-ter, legge 69/202, approvata il 19 maggio 2021).
È in corso un vivace dibattito su quale debba essere il ruolo delle università italiane nel nuovo quadro legislativo. Dal mio osservatorio di ricercatore del CNR, mi ero proposta di ricostruire quale fosse stata in passato la presenza della LIS nelle università italiane. Pensavo di sapere quasi tutto in merito: infatti, nel corso del tempo avevo seguito direttamente, anche se dall’esterno, molte di queste iniziative. Ma il mio lavoro di raccolta di memorie e documenti si è rivelato molto più arduo del previsto e nello stesso tempo interessante e stimolante. Insieme a Maria Roccaforte, ho scritto un contributo su questo tema, che sarà pubblicato negli Atti del IV Incontro Tra medici e linguisti, che si è tenuto di recente a Napoli. Nel frattempo, mi sembra urgente tracciare un breve excursus storico sul passato e presentare alcune considerazioni per affrontare con più consapevolezza i progetti che scaturiranno da quest’ultimo decreto.
La LIS nelle università italiane negli ultimi trent’anni (1990 – 2020)
Incuriositi dalla nostra prima descrizione della LIS del 1987, molti studenti universitari dei più diversi corsi di laurea cominciano a interessarsi a questo tema. Il primo corso LIS all’interno di un’università nasce, per esempio, grazie all’attivismo di un gruppo di giovani studenti, tra i quali si distingue Amir Zuccalà, del Dipartimento di Studi Glottoantropologici e Discipline musicali della Sapienza. Con i fondi che l’Università concedeva per le iniziative studentesche, e dopo aver preso contatto con i ricercatori dell’allora Istituto di Psicologia del CNR (oggi ISTC) e con il gruppo per lo Studio e l’Informazione sulla LIS (SILIS), viene organizzato, da febbraio a maggio 1995, un primo corso di avvicinamento al mondo e alla lingua dei sordi; corso che prosegue, nei due anni successivi, presso la sede del Dipartimento di Scienze del Linguaggio diretto da Tullio De Mauro. Sempre alla Sapienza viene organizzato il primo convegno universitario su questi temi, dal titolo Cultura del gesto e cultura della parola (15-16 aprile 1996).
Il programma del convegno e l’omonimo volume lasciano intendere il carattere poco accademico dell’evento, al quale partecipano relatori sia sordi che udenti: studenti della Sapienza, giovani ricercatori del CNR, membri di associazioni di sordi come ENS, Orgoglio Sordo e SILIS. Come ha detto Amir Zuccalà, grazie a queste iniziative il gruppo CNR ha “avvicinato e messo in relazione scienze etno-antropologiche e linguistiche/filosofiche del linguaggio sull’oggetto di studio comunità sorda e lingua dei segni”.
Anche se la Legge quadro sull’handicap 104 del 1992 prevedeva già la possibilità di chiedere interpreti nelle università (art 13, comma1 lettera d) e assistenti alla comunicazione nelle scuole (comma 3), è solo grazie all’instancabile attività di De Mauro che, con il Decreto Ministeriale del 23 giugno 1997 (G.U. Serie Generale n. 175 del 29 luglio 1997), la LIS viene inclusa nei raggruppamenti di Glottologia e linguistica (L09A) e Didattica delle lingue moderne (L09H). Malgrado ciò, lo studio della LIS (un ambito che all’estero viene spesso chiamato Deaf Studies) non prende mai davvero piede nelle nostre università; quando se ne parla, se ne parla sporadicamente e in contesti specifici, come durante i percorsi formativi e/o di ricerca.
Le prime Facoltà a muoversi sono la Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori dell’Università di Trieste (SSLMIT) e quella dell’Università di Bologna, a Forlì. Oltre a organizzare convegni e seminari, entrambe attivano insegnamenti di LIS, affidandosi a persone estranee al corpo accademico, chiamate di volta in volta con contratti a tempo determinato.
L’esperienza a Trieste dura dal 1998 al 2010, mentre quella a Forlì dal 2008 al 2012. Dal 1999 al 2001, invece, il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna, in collaborazione con un ente locale (ENAIP), organizza un corso per “Operatori Tecnici con conoscenza della Lingua dei Segni Italiana”. Iniziative di questo tipo vengono avviate e continuano a svolgersi anche in altre città italiane, ma senza che le università siano coinvolte.
Anche per quanto riguarda gli assistenti alla comunicazione qualcosa inizia a muoversi nella Facoltà di Pedagogia (poi Scienze della Formazione) dell’Università di Palermo dal 1999 al 2009 e nei corsi per insegnanti di sostegno dell’Università Roma Tre dal 2001 al 2008 e dell’Università di Macerata dal 2001 al 2013. In quest’ultimo caso, il docente è un pedagogista sordo; negli altri due, i docenti curriculari vengono affiancati da docenti sordi per l’insegnamento della LIS. Attualmente anche in altre università (tra cui Bolzano, Torino, Milano Statale e Cattolica, Brescia) sono attivi laboratori di LIS nei corsi di pedagogia speciale e in quelli per insegnanti di sostegno (Tirocinio Formativo Attivo). Tuttavia, manca ancora l’obbligatorietà di questo tipo di corsi per tutto il personale scolastico. Si tratta quindi di iniziative sporadiche affidate per lo più agli interessi e alle competenze dei docenti, chiamati quasi sempre con contratti a termine. L’importanza della LIS nella formazione di professionisti viene riconosciuta anche nell’ambito di alcuni corsi di laurea in Logopedia, sia dall’Università di Torino che da Tor Vergata a Roma; e questo interesse, con alterne vicende, permane in entrambe le istituzioni.
Altrove, l’attenzione per la LIS nasce presso le facoltà di Lingue e Letterature Straniere e si estende poi anche ai corsi per logopedisti: questo, per esempio, avviene presso il Dipartimento di Linguistica dell’Università di Pisa e si protrae per almeno un decennio, dal 1997 al 2008, tanto che ancora oggi la LIS appare nella lista delle lingue del Centro Linguistico Interateneo (CLI) nonostante l’insegnamento sia stato attivo solo per un anno.
In altri casi, come Ca’ Foscari, un primo interesse verso i Deaf Studies nasce dall’ambito educativo, con la logogenia, introdotta da Bruna Radaelli, dell’Università del Messico, in corsi di Linguistica applicata, dal 1998 al 2008. Dal 1999, si attiva un insegnamento a contratto di LIS come materia a libera scelta nell’ambito della laurea quadriennale in Lingue e Letterature Straniere. Dal 2001, la LIS diventa una delle lingue di specializzazione del nuovo corso di laurea triennale in Lingue e Scienze del Linguaggio (poi confluito nel corso di laurea in Lingue, Civiltà e Scienze del Linguaggio) e del nuovo corso di laurea specialistica in Scienze del Linguaggio. Nel 2001 viene anche creato un Laboratorio per i disturbi del linguaggio e un Laboratorio di logogenia e linguistica dei segni, successivamente unificati in un Laboratorio di linguistica per la sordità e i disturbi del linguaggio.
Esempi più recenti sono quello dell’Università per Stranieri di Siena, che dal 2008 al 2011 – in collaborazione con l’ISTC–CNR, l’Istituto Statale dei Sordi di Roma e il SILIS – propone un curricolo di insegnamento della Lingua dei Segni Italiana (nell’ambito della laurea in Lingua e Cultura Italiana) e un curricolo di Mediazione linguistica e culturale tra lingue verbali e lingue dei segni (nell’ambito della laurea in Mediazione Linguistica e Culturale). L’esperienza successiva, in pieno svolgimento, è quella dell’Università di Catania, sede di Ragusa, dove dal 2015 la LIS è stata inserita nel corso di laurea in Mediazione Linguistica e Interculturale. Dal 2018 l’insegnamento diventa triennale e l’anno successivo si costituisce il Laboratorio MUltimodality, Gestures and Signs (MuGS).
All’interno dei corsi di laurea in Psicologia, l’esperienza più significativa è quella dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca dove i corsi di LIS si svolgono con regolarità a partire dal 2004 fino a oggi. I corsi di familiarizzazione con la LIS vengono tenuti solo da docenti sordi che si succedono nel corso degli anni, anche in questo caso reclutati tramite contratti a tempo determinato. Il fatto che alcuni di questi docenti non siano laureati richiede lunghe negoziazioni con gli uffici amministrativi dell’Ateneo, che alla fine accetta che i candidati possano partecipare ai bandi sulla base delle loro attestate qualità di esperti nella materia che insegnano.
La collocazione del corso subisce vari cambiamenti negli anni: inizia come attività didattica di supporto dell’insegnamento ufficiale di Clinica e Terapia della Sordità in Età Evolutiva presso il corso di laurea specialistica in Psicologia Clinica e Neuropsicologia, per poi diventare un laboratorio nel corso di laurea magistrale in Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia, e quindi un corso offerto nel quadro dell’offerta didattica di un progetto di Bicocca finalizzato all’accrescimento e alla valorizzazione delle competenze trasversali degli studenti, del personale docente, tecnico e amministrativo, e dei cittadini (BBetween).
Considerazioni finali
Da questa indagine emerge molto chiaramente che, nel corso degli ultimi trent’anni, la LIS ha fatto sporadiche apparizioni in numerose università pubbliche e più di recente anche in alcune private. Solo in pochi casi, però, i progetti hanno avuto continuità nel tempo e ancor più raramente sono stati attivati veri e propri corsi LIS all’interno dei programmi universitari. I docenti erano chiamati a insegnare quasi sempre con contratti a termine, ma non venivano poi reclutati in maniera stabile.
Per assicurare la continuità di queste iniziative sarebbe stata indispensabile la presenza di personale universitario strutturato, competente in questo settore, e che potesse proporre l’attivazione della LIS come insegnamento linguistico, sfruttando anche la presenza di docenti LIS madrelingua.
Attualmente, la LIS è una lingua a scelta solo nei corsi offerti dall’Università Ca’ Foscari di Venezia e dall’Università di Catania, sede di Ragusa. In entrambi i casi sono stati assunti collaboratori esperti linguistici (CEL) laureati, ai sensi della legge 68/99.
Purtroppo, i docenti sordi LIS competenti che hanno conseguito un diploma universitario sono ancora pochi e comunque non esiste un percorso universitario per loro. È quindi indispensabile che le nuove lauree professionalizzanti, che verranno avviate in base al succitato decreto, prevedano la frequenza anche di studenti di questo tipo, che al termine dei tre anni possano essere considerati docenti di lingua dei segni, dal momento che le ore di insegnamento di LIS (da loro già conosciuta) diventerebbero l’occasione per imparare come si insegna questa lingua. Se questo non dovesse avvenire, si rischierebbe di escludere anche nel futuro la possibilità di reclutare docenti sordi, competenti e con lunga esperienza pregressa.
L’altro elemento interessante che emerge dalla nostra indagine è che l’interesse per la LIS, e la conseguente attivazione di corsi brevi o laboratori di LIS o sulla LIS, è sorto all’interno di ambiti disciplinari che spaziano dall’antropologia alle discipline artistiche (DAMS), dalla linguistica alle scienze della formazione, dalla filosofia del linguaggio alle scienze cognitive, dalla psicologia alla logopedia. È evidente che la LIS non serve solo nei corsi di formazione per interpreti, ma andrebbe inserita anche in molti altri percorsi universitari, dal momento che offre moltissimi spunti di riflessione non solo per comprendere e descrivere i processi cognitivi, comunicativi e linguistici, ma anche per riuscire a descrivere in modo sempre più accurato le lingue (parlate e segnate). Questo insegnamento sarebbe indispensabile anche nella formazione di insegnanti curricolari e di sostegno, assistenti alla comunicazione, logopedisti, filosofi, linguisti e studenti interessati alle arti visive.
Per approfondire
Cardinaletti, Anna. 2018. La lingua dei segni italiana a Ca’ Foscari. Didattica, ricerca e progetti sull’accessibilità. In Anna Cardinaletti, Laura Cerasi & Patrizio Rigobon (a cura di), Le lingue occidentali nei 150 anni di storia di Ca’ Foscari. Venezia: Edizioni Ca’ Foscari.
Roccaforte, Maria & Virgina Volterra. 2021. La lingua dei segni italiana tra educatori, medici e linguisti. Poster presentato al IV Incontro di studi Tra medici e linguisti. Parole dentro, parole fuori. Napoli, 13-14 dicembre 2021.
Volterra, Virginia. 2011. La ricerca sulla lingua dei segni in Italia. In Anna Cardinaletti, Carlo Cecchetto & Caterina Donati (a cura di), Grammatica, lessico e dimensioni di variazione nella LIS (27-44). Milano: Franco Angeli.
Zuccalà, Amir (a cura di) 1997. Cultura del gesto e cultura della parola. Viaggio antropologico nel mondo dei sordi. Milano: Meltemi.
Ringraziamenti
Le persone che ho interpellato in questo ultimo anno sono moltissime, ne cito qui solo alcune:
Monica Barni, Gabriele Caia, Olga Capirci, Maria Cristina Caselli, Carlo Cecchetto, Guglielmo Cinque, Enrico Dolza, Sabina Fontana, Maria Luisa Franchi, Simonetta Maragna, Laura Mazzoni, Elena Mignosi, Paola Pietrandrea, Pio Ricci Bitti, Rita Sala, Irene Vernero e Amir Zuccalà.
Sicuramente per motivi di spazio molte informazioni sono state omesse o riportate con imprecisione. Me ne scuso fin d’ora sperando che mi verranno segnalate per migliorare una futura più completa pubblicazione.
1 Commento
Marianna Castrataro 03 Maggio, 2022
Grazie Virginia di questa ampia panoramica sulla presenza della Lis nelle università italiane nel tempo e nello spazio del nostro paese. Concordo pienamente che è arrivato il momento, dopo tanti tentativi , di strutturare e accrescere la presenza della Lis nelle università con persone qualificate e preparate, che sono tante ma aumenterebbero ulteriormente con una maggiore continuità e possibilità di confronto. Speriamo che con questo decreto recente potremo assistere a questo.
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