Fabio Tamburini
Alma Mater Studiorum – Università di Bologna
L’idea. Eravamo a metà marzo, il lockdown era ormai una realtà e tutti inneggiavano alle chiusure come all’unica salvifica misura che ci avrebbe riportato alla normalità, o a qualcosa di molto simile, dopo l’attacco del CoViD-19. Già, probabilmente, ma a quale prezzo? Come ci saremmo ritrovati alla fine delle numerose settimane di quarantena dal punto di vista psicologico?
Queste erano le domande che mi frullavano nella testa nel durissimo periodo iniziale del DPCM #iorestoacasa. E allora ho immaginato di poter misurare cosa pensassero gli italiani durante quella fase, e le successive. Pian piano l’idea è cresciuta ed è diventata qualcosa di più tangibile: provare a misurare come cambiavano le emozioni degli italiani prima, durante e dopo il lockdown, tenendo ben presente che, quando ho iniziato, non avevo alcuna idea di come sarebbe evoluta la pandemia in Italia. E non ce l’ho nemmeno ora!
Grazie ad alcuni colleghi dell’Università di Torino ho potuto avere accesso al download giornaliero che effettuano sui loro server di molti dei tweet scritti in italiano in una specifica data. Centinaia di migliaia di messaggi brevi scritti dai connazionali relegati in casa, che, come sappiamo dalla letteratura, sono densi di contenuti emotivi, espressi linguisticamente o tramite l’uso di emoji. La sfida era quindi chiara: elaborare automaticamente quella enorme quantità di messaggi utilizzando le tecniche proprie della Linguistica Computazionale per estrarre le emozioni degli italiani e studiare come questi profili emotivi variassero nel tempo in relazione agli avvenimenti esterni.
Il metodo. Il primo problema da risolvere è stato decidere quando iniziare lo studio: autunno 2019? No, a Natale siamo tutti ‘strani’ e le nostre emozioni sono viziate da mille fattori esterni. E così ho deciso di iniziare col 2020, questo anno bisestile che, per ora, ci ha regalato solo patemi d’animo, delusioni e problemi.
Dal punto di vista psicologico lo studio delle emozioni ha una tradizione piuttosto lunga ed esistono numerose proposte teoriche che elencano le cosiddette ‘emozioni di base’ e costruiscono tutte le altre sfumature emotive mettendo in relazione le componenti di base. Uno di questi modelli, probabilmente uno dei più conosciuti, si deve a Plutchik (1991): lo studioso ha ipotizzato di organizzare la sfera emotiva degli esseri umani utilizzando otto emozioni fondamentali organizzate secondo una ruota, la ruota di Plutchik appunto (si veda la prima ruota nella Figura 1). Su questa ruota la posizione rappresenta una delle emozioni di base e la vicinanza al centro della ruota la sua intensità. Posizioni intermedie tra due emozioni, anche non adiacenti, generano tutta la sfumatura di emozioni che gli esseri umani possono provare, le cosiddette diadi (seconda ruota nella Figura 1).
Figura 1. La ‘Ruota di Plutchik’.
Per la mia analisi ho selezionato casualmente da 30.000 a 50.000 tweet italiani al giorno dal download quotidiano effettuato dal progetto TWITA e, utilizzando la versione italiana dell’NRC Emotion Lexicon (Mohammad & Turney 2013) e un lessico emotivo legato agli emoji appositamente creato da me per questo progetto, ho identificato automaticamente la ‘quantità di emozioni’ globale per ogni giorno considerando come riferimento la teoria di Plutchik.
Dal punto di vista della Linguistica Computazionale, questo metodo risulta piuttosto rozzo, ma, tuttavia, noteremo come vi sia un’alta corrispondenza tra i picchi positivi o negativi delle emozioni e gli eventi esterni.
La mia personalissima interpretazione. Non sono uno psicologo, quindi non sono qualificato per trarre conclusioni su emozioni e comportamenti umani, ma, guardando i grafici che emergono dalla mia analisi, credo che si possano fare alcune osservazioni molto generali e collegare i picchi nei grafici con gli eventi rilevanti che sono accaduti dall’inizio del 2020. L’immagine che contiene l’evoluzione dei grafici è molto grande e non può essere inclusa all’interno del testo, ma vi invito a guardarla direttamente dal mio sito online:
http://corpora.ficlit.unibo.it/EmoItaly/
Dividerei il commento dei risultati in due fasi temporali distinte:
Fase pre-COVID-19 (dal 1° gennaio al 20 febbraio 2020)
Durante questa fase possiamo osservare alcune corrispondenze molto interessanti tra grafici ed eventi:
- Un picco elevato di gioia e bassa paura per la notte di San Silvestro/Capodanno; ci sta.
- Alti picchi di paura, tristezza e rabbia in corrispondenza di venerdì 17 gennaio. Gli italiani sono superstiziosi!
- Picchi altissimi di gioia, aspettativa e sorpresa con un livello di paura molto basso durante la settimana del Festival della canzone di Sanremo, che raggiungono il culmine l’ultimo giorno del festival. Sanremo è un avvenimento molto tradizionale e avvincente per gli italiani. Poveri noi!
- Alta gioia e bassa paura a San Valentino. Italiani, inguaribili romantici!
L’analisi di questa prima fase ha mostrato una buona corrispondenza tra i profili delle emozioni estratti automaticamente e gli avvenimenti esterni nel primo periodo.
Durante la pandemia (dal 21 febbraio 2020)
Il primo paziente COVID-19 in Italia ha introdotto una forte discontinuità nelle emozioni degli italiani: dal 21 febbraio il grafico della paura è costantemente alto e quello della gioia costantemente basso. È ragionevole, ma vorrei focalizzare l’attenzione del lettore sul grafico della tristezza: dal “DPCM #IoRestoACasa”, con picchi e valli, la tendenza di questa emozione è in costante aumento e paura+tristezza nella classificazione di Plutchik significa “disperazione” e, possiamo dire, “depressione “. Sì, è di nuovo ragionevole, ma questa potrebbe essere la prova obiettiva che la quarantena e la segregazione stavano producendo effetti negativi sui nostri concittadini, almeno fino alla fine di marzo. Devo dire che anche l’aspettativa e la fiducia sono piuttosto elevate e questo può essere interpretato come un buon livello di “speranza”. Spero che ciò possa essere stato sufficiente per evitare forti stati di depressione nella popolazione.
All’inizio di aprile le emozioni iniziano a essere sfumate: leggermente meno paura e tristezza. Il numero di contagi inizia a diminuire davvero e le persone sembrano essere in uno “stato di attesa sospeso”: nessuna grande emozione, in attesa di qualcosa che dovrebbe accadere presto. Navigando in rete (di nuovo non sono un esperto nell’interpretazione delle emozioni e in psicologia) ho scoperto che un’altra interpretazione potrebbe essere possibile: emotional numbness direbbero gli inglesi, ovvero una generale mancanza di emozioni, uno stato causato da ansia e depressione. Una sorta di apatia; davvero niente di bello.
Dopo questo momento di ‘intorpidimento’, ci sono stati due eventi che hanno generato picchi notevoli: (a) la Giornata della Liberazione, con molta gioia e fiducia, e (b) l’annuncio della Fase 2 nella lotta alla pandemia da parte di Conte. Questo secondo evento genera un grande picco di tristezza e grandi picchi negativi di gioia e sorpresa. Speravamo in meno restrizioni e l’annuncio di Conte evidentemente non ha soddisfatto, almeno in questa fase, i desideri e le speranze. Dopo la momentanea delusione, nei giorni seguenti le persone hanno ricominciato a mostrare un buon livello di fiducia e aspettativa, con un picco rilevante di gioia per la Festa del Lavoro (1° maggio). Questo bel momento di fiducia è continuato per i giorni seguenti all’inizio di maggio.
Notevoli picchi di rabbia, paura e disgusto hanno marcato nettamente i due avvenimenti della fine maggio/inizio giugno nei quali la polizia degli Stati Uniti ha ucciso due afro-americani e le conseguenti proteste che hanno infiammato questo periodo.
Ora siamo a metà giugno, le restrizioni stanno via via cadendo e i grafici, con varie oscillazioni, mostrano una generale crescita dell’ottimismo (gioia+aspettativa) e della speranza (fiducia+aspettativa) e, devo dire, corrisponde decisamente all’aria che si respira stando tra la gente, con la mascherina e ad almeno 1 mt di distanza, però!
Lavori in corso! Rimanete sintonizzati!
Per approfondire
Mohammad, Saif & Peter Turney. 2013. Crowdsourcing a word-emotion association lexicon. Computational Intelligence 29(3). 436-465.
Plutchik, Robert. 1991. The emotions. New York: University Press of America.
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