Gloria Gagliardi e Giulia Minori
Università di Napoli “L’Orientale” e Alma Mater Studiorum – Università di Bologna
Si stima che in Italia siano più di 3 milioni le persone affette da Disturbi del Comportamento Alimentare, tra i quali i più noti sono senza dubbio anoressia nervosa e bulimia. In particolare, vari studi sottolineano come l’anoressia abbia il tasso di mortalità più elevato tra le malattie psichiatriche, pari a 5.1 ogni 1000 persone all’anno, 1.3 dei quali per suicidio; si tratta di una patologia che interessa prevalentemente le giovani donne occidentali, verso le quali esiste una forte pressione culturale alla magrezza, ed è talmente diffusa da configurarsi come una vera e propria piaga sociale.
Il percorso psicologico e terapeutico necessario per arrivare a una completa guarigione è estremamente lungo e complesso, specie una volta che i sintomi fisici e comportamentali (es. estrema magrezza, ossessivo controllo e limitazione delle calorie ingerite, esercizio fisico eccessivo, ‘condotte di eliminazione’ come induzione del vomito e uso di lassativi) sono ormai evidenti; ciò significa infatti che il disturbo si è ‘cronicizzato’, ovvero che gli schemi mentali tipici dell’anoressia guidano la routine quotidiana di chi ne è vittima. Ad oggi, inoltre, l’origine e le cause di questa malattia (tecnicamente: l’eziopatogenesi) non sono chiare, e può essere dunque estremamente difficile individuarne l’insorgenza. È dunque importante agire già in una fase precoce, in modo da aumentare le possibilità di recupero completo del paziente.
Nasce da questa esigenza il progetto di ricerca PMLAN, promosso dal Centro Regionale per i Disturbi del Comportamento Alimentare del Policlinico Sant’Orsola – Malpighi e dai Dipartimenti di Scienze Mediche e Chirurgiche e di Filologia Classica e Italianistica dell’Università di Bologna, coordinato dalla professoressa Antonia Parmeggiani.
Il filtro attraverso il quale abbiamo osservato le pazienti è stato quello linguistico, al fine di rispondere a una semplice domanda: ‘chi soffre di anoressia nervosa tende a utilizzare il linguaggio in modo alterato?’ Anche se a prima vista potrebbe sembrare quantomeno inconsueto utilizzare i metodi di una disciplina umanistica per indagare una patologia che va ad impattare prevalentemente sul corpo, per lo meno all’apparenza, la linguistica potrebbe infatti rivelarsi efficace nell’individuare le manifestazioni verbali delle distorsioni cognitive indotte dalla malattia; inoltre, cosa più importante, potrebbe permettere di individuare precocemente eventuali campanelli di allarme, aumentando le possibilità di recupero completo del paziente. Sulla base delle evidenze sperimentali ottenute da studi scientifici internazionali sui profili comunicativi di altre patologie psichiatriche (ad esempio nei pazienti con depressione, per i quali è stato individuato un utilizzo alterato dei pronomi personali, in particolare di prima persona singolare), abbiamo ipotizzato che la percezione alterata dell’immagine corporea, la rigidità di pensiero e le modificazioni dell’umore che caratterizzano l’anoressia fin dal suo esordio trovino una manifestazione nel linguaggio delle pazienti, ad esempio nella costruzione delle frasi (livello morfosintattico) o nella scelta di certe espressioni linguistiche invece di altre (livello semantico-lessicale).
Per verificare questa intuizione, abbiamo confrontato l’uso linguistico di pazienti affetti da anoressia nervosa con quello di individui normopeso. A tal fine, abbiamo selezionato due campioni: il primo rappresentativo della fascia di popolazione maggiormente interessata dalla malattia, il secondo come ‘gruppo di controllo’, termine di riferimento per la comparazione. Poiché l’anoressia nervosa insorge prevalentemente nella popolazione di sesso femminile in età adolescenziale, abbiamo coinvolto nello studio 17 ragazze di madrelingua italiana tra i 14 e 18 anni, in cura presso il Centro Regionale per i Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) dell’UO di Neuropsichiatria Infantile del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi. In media, la percentuale di ragazze che si iscrive a un liceo è maggiore di quella che si iscrive a un istituto tecnico-professionale e questa distribuzione si rispecchia nel nostro campione: 12 ragazze frequentano il liceo e 5 l’istituto tecnico-professionale. Il gruppo di controllo è stato bilanciato per sesso, età e scolarità in rapporto di 2:1, ovvero per ogni ragazza con anoressia abbiamo reclutato due coetanee normopeso: il campione comprende quindi 34 ragazze di madrelingua italiana, 24 delle quali frequentano un liceo e 10 un istituto tecnico-professionale del territorio bolognese.
A entrambi i gruppi abbiamo chiesto di produrre tre brevi testi scritti: due di tipo autobiografico (“Parla di te” e “Cosa fai con gli amici?”) e la descrizione di una figura (Figura 1). Questo metodo d’indagine è stato creato ad hoc, confrontandosi con l’equipe medica del reparto DCA e rifacendosi alla prassi, diffusa in linguistica clinica, di indagare l’uso del linguaggio in un contesto il più possibile spontaneo.
Figura 1. La figura utilizzata nello studio (“the cookie theft”).
Dopo aver raccolto e digitalizzato i testi, siamo passati alla fase di analisi attraverso strumenti informatici.
Figura 2. Analisi sintattica.
Dai testi sono stati estratti circa 80 parametri linguistici: a titolo di esempio è stata misurata la lunghezza media delle frasi, è stata valutata la complessità delle relazioni sintattiche presenti nei testi, è stata calcolata la proporzione tra il numero di nomi e il numero totale di parole, è stata rilevata e quantificata l’appartenenza delle parole utilizzate dalle ragazze a specifiche categorie psicologiche, cognitive ed emozionali. Gli indici linguistici estratti dai due gruppi sono stati quindi confrontati dal punto di vista statistico.
Dai risultati ottenuti è stato possibile osservare che i testi scritti dalle pazienti anoressiche hanno effettivamente caratteristiche linguistiche differenti rispetto a quelli prodotti dalle coetanee: dai primi dati parziali sono infatti risultati più semplici dal punto di vista sintattico (es. la lunghezza media e la complessità delle frasi è minore), ma maggiormente complessi sotto il profilo semantico-lessicale (es. presentano una maggiore densità lessicale, ossia un maggior numero di elementi linguistici semanticamente importanti per il trasferimento dell’informazione, come nomi, verbi e aggettivi; sono caratterizzati inoltre da una minor incidenza di parole riferite a processi percettivi, come tatto, vista e udito).
Lo studio è stato svolto su un campione chiaramente troppo limitato per trarre delle conclusioni definitive sulle caratteristiche linguistiche dell’anoressia; tuttavia, poiché il metodo e gli strumenti d’indagine si sono rivelati efficaci, in un prossimo futuro verranno applicati a un campione più esteso, nell’ottica di giungere alla costruzione di uno strumento per lo screening su ampia scala della popolazione a rischio.
Per approfondire
Espeset, Ester M. S., Kjersti S. Gulliksen, Ragnfrid H. S. Nordbø, Finn Skårderud & Arne Holte. 2012. Fluctuations of body images in anorexia nervosa: Patients’ perception of contextual triggers. Clinical Psychology and Psychotherapy 19(6). 518-530.
Lyons, Elizabeth J., Matthias R. Mehl, James W. Pennebaker. 2006. Pro-anorexics and recovering anorexics differ in their linguistic internet self-presentation. Journal of Psychosomatic Research 60. 253-256.
Minori, Giulia, Gloria Gagliardi, Vittoria Cuteri, Fabio Tamburini, Elisabetta Malaspina, Paola Gualandi, Francesca Rossi, Filomena Moscano, Valentina Francia & Antonia Parmeggiani. 2020. Linguistic markers of anorexia nervosa: Preliminary data from a prospective observational study. In Proceedings of the 12th International Conference on Language Resources and Evaluation (LREC 2020). Paris: ELRA (European Language Resources Association).
Skårderud, Finn. 2007. Eating one’s words, part I: ‘Concretised metaphors’ and reflective function in Anorexia Nervosa – an interview study. European Eating Disorders Review 3. 163-174.
1 Commento
Giorgina 28 Giugno, 2020
Ma è interessantissimo
Lascia un commento